Storytellers - Federico

Storytellers - chapter 2. 

Questa serie è un tributo a tutte le persone meravigliose che incontriamo sulla nostra strada. Persone che lasciano un segno, con la loro creatività, il loro stile di vita, la loro anima. Una manciata di foto e un assaggio della loro storia. Questo è ciò che vi daremo, perché possiate esserne ispirati anche voi.

Realizzare un sogno, poter sudare sul lavoro solitario, avere l’opportunità di creare, è il pane e companatico della vita
— Bette Davis

 

Il nostro lavoro ci porta a sperimentare, coinvolgerci, provare a catturare l’essenza delle vite altrui e farle nostre, per un attimo. E in qualche modo si trovano dei punti di contatto con il lavoro di attore, un uomo che con le sue mani, la sua voce, i suoi occhi si trasforma in altro da sè, interpreta un personaggio, uno specchio della realtà, un’anima nuova. 

Federico è un attore e un grande amico. Appassionato, ironico, sognatore. Proviamo a regalarvi qualcosa di lui, qualche frammento di una giornata passata insieme tra recitazione e fotografia, ispirate da colori e luci di un'opera d'arte cinematografica, che vi sveleremo alla pubblicazione del post completo dedicato ai suoi ritratti. Ma che, se siete bravi, potreste già indovinare. 

È andata così. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S’intravvedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscìo del suo passo. Ma io
ero ancora laggiù e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò ch’è stato
sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com’era prima; che un’altra volta sarebbe finita. Ciò ch’è stato sarà.
Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa, nel midollo, nel sangue.
Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi “Sia finita” e mi
voltai. Euridice scomparve come si spegne una candela. Sentii soltanto un cigolìo, come d’un topo che si salva.